giovedì 21 febbraio 2013

Crostata alla marmellata di arance

Con la realizzazione di questa crostata ho sfidato un mostro sacro: nonna Anna, la nonna di mio marito. La ricetta è sua, ma già prima di prepararla voci intorno a me dicevano - e chi non lo diceva, lo pensava - non riuscirai mai a farla come nonna Anna che "la fa da cinquant'anni" ed è "la crostata migliore che possa esistere" e, pertanto, "nessuno può competere". È stata una prova ardua, ma credo di essermela cavata bene, merito anche della marmellata di arance preparata con le mie manine.




Ingredienti
400 gr. di farina
200 gr. di zucchero
2 uova
150 gr. di burro
Scorza grattugiata di un limone (biologico)
Un vasetto e mezzo di marmellata di arance
1 bustina di lievito per dolci

Preparazione
Lavorare, molto velocemente, la farina con il burro tagliato a pezzi, aggiungere le uova, lo zucchero, la scorza del limone e, infine il lievito. Dovrà risultare un impasto abbastanza morbido. Lasciare riposare e nel frattempo prendere un po' di impasto e preparare, con la rotella per pasta, delle strisce per la copertura. Imburrare e infarinare la teglia e versarvi l'impasto. Versare la marmellata e ricoprire, formando una sorta di grata, con le strisce di pasta frolla preparate precedentemente. Infornare per circa 30 minuti a 180°

Altre ricette:
Torta rovesciata di arance

Lettura: Simonetta Agnello Hornby, Un filo d’olio. Sellerio collez. La memoria, p.288, 2011

" Anni dopo osai chiederne la ricetta. Le labbra ormai sottili increspate dallo stesso sorriso limpido, e tuttora bella, Rosalia non disse né sì né no. Mi elencò i sette ingredienti e spiegò che il caffè d'u parrinu, fatto come si doveva, richiedeva una lunga preparazione: due giorni di raccolta del tufo e di bollitura, infusione, ribollitura "e poi deve arripusari". Non mi diede la ricetta, ma per il resto del mio soggiorno a Mosè me ne portò una caffettiera intera a metà mattina, ogni giorno. Ricetta, niente."

venerdì 15 febbraio 2013

Torta alla nutella

Credo sia il dolce più goloso che possa esistere. In genere, non amo i dolci e, soprattutto, non amo farli. Il merito di questa realizzazione va tutto a Chiara, la mia amica, che di dolci se ne intende e un giorno, tanto lontano, mi scrisse la ricetta nella mia agendina. E fu così che la torta si chiamò 'Torta scura di Chiara'. 



Ingredienti
150 gr. di farina 00
150 gr. di zucchero
3 cucchiai colmi di cacao amaro
3 uova
70 gr. di burro
100 gr. di latte
1 bustina di lievito per dolci

150 gr. di panna montata
400 gr. di Nutella

Preparazione
Sbattere le uova con lo zucchero e, successivamente, aggiungere il cacao il burro ammorbidito, il latte e, infine, il lievito. Versare il composto in una teglia precedentemente imburrata e infornate a 180° per circa 35 minuti.
Lasciare raffreddare e tagliare la torta a metà. Cospargerla di panna montata e di Nutella. Chiudere e spolverare la parte superiore con lo zucchero a velo.


Lettura: Chocolat di Joanne Harris, Garzanti.


"Vendo sogni, piccoli comfort, tentazioni dolci e innocue per far scendere una schiera di santi che precipitano uno dopo l'altro tra le nocciole e i torroncini"

lunedì 11 febbraio 2013

Involtini di verza

Povere verze. Bistrattate, continuamente maltrattate, insieme con i loro amici cavoli, cavoletti, broccoli. Bene, dopo aver assaggiato questi deliziosi involtini "Lasciate ogni critica O voi ch'assaggiate". Deliziosi, vi assicuro.

Ingredienti per 4 persone
1 verza
300 gr. di salsiccia fresca
1 carota
sedano
1 scalogno
350 gr. di besciamella
150 gr. di parmigiano grattugiato
sale

Preparazione
Far bollire la verza in acqua salata per circa 5 minuti, scolarla e metterla ad asciugare in un canovaccio.
Preparare un trito di scalogno, carote, sedano e farlo soffriggere con 2 cucchiai di olio extravergine di oliva.
Aggiungere la salsiccia sbriciolata, completare la cottura.
Una volta raffreddato, mettere il composto in una ciotola e aggiungere, mescolando,150 gr. di besciamella e 50 gr. di parmigiano.
A questo punto prendere le foglie di verza e riempirle con il composto chiudendole bene in modo da formare degli involtini.
Adagiare gli involtini su una pirofila da forno, ricoprirli con la restante besciamella e spolverarli con il parmigiano.
Infornare a 180° fino a completa doratura.

Altre ricette:
Frittelle di cavolfiore
Pasta con broccolo romano

Lettura da abbinare: 'Paperino e l'isola del cavolo', Walt Disney.
Nell'Isola del Cavolo uno scienziato compie esperimenti al fine di eliminare l'odore dei cavoli...

Vedi anche

martedì 15 gennaio 2013

Risotto alla melagrana

Un'amica mi ha regalato le melagrane del suo giardino. Vedendole, l'idea di un bel risotto mi è parsa perfetta. Certo, è uno di quei piatti con i quali si corre il rischio del divorzio o, almeno, della cosiddetta e antipatica 'pausa di riflessione'. Ma, saranno stati i colori stupendi del piatto o la forte antipatia per gli avvocati, alla fine, è andata bene: sono ancora coniugata.Chiaro che il mio caro maritino ha manifestato - in fase di preparazione - tutto il suo disappunto. Chiaro anche che io ho fatto finta di non sentirlo (ah! la sordità che bella invenzione)



Ingredienti per 4 persone
- 350 gr. di riso
- 1 scalogno
- 2 melagrane
- Burro
- Brodo vegetale
- Olio
- 1 bicchiere di vino bianco secco
- Parmigiano
- Menta fresca

Preparazione 
Sgranate una melagrana e mettete da parte i chicchi e spremete il succo dell'altra.
Tritate lo scalogno e fatelo soffriggere con un po' d'olio (o se preferite, con il burro).
Aggiungere il riso e, una volta tostato, aggiungere un bicchiere di vino bianco e farlo evaporare. Piano piano aggiungere il brodo e ultimare la cottura. Aggiungere il succo della melagrana, continuando a mescolare. Una volta pronto spegnere il fuoco e mantecare con una noce di burro e il parmigiano aggiungendovi i chicchi di melagrana messi da parte precedentemente. Decorare con foglie di menta.

Lettura da abbinare: 'La casa dei melograni' di Oscar Wilde
Bellissima raccolta di fiabe. Non solo per bambini.

mercoledì 21 novembre 2012

Ricordi

Mi è naturale associare la cucina a un atto, lungo e interminabile, d'amore. Non sono forse dovute all'amore quelle parole che tua madre, dopo pasti luculliani, pronuncia una volta sì e l'altra pure, con una disinvoltura di cui non ti spaventi più. Sì, quelle consuete parole dette con il cuore: "Hai mangiato pochissimo" alle quali seguono le altre del repertorio "La vuoi una sebada?" dopo che hai mangiato solo  una decina di antipasti, un primo, un secondo con annesso contorno. Va bene, le sebadas sono ottime, ma dopo pasti del genere sentirne anche solo il nome, vi assicuro causa svenimenti. Però, qualora non la volessi proprio quella sebaba ricoperta di miele puoi prendere una fetta di torta alla ricotta che è quanto di più nutriente possa esistere al mondo. E, ancora, non è forse amore l'immagine di tua madre che, alle cinque del mattino e sveglia come un grillo, con pazienza certosina chiude, uno per uno, i culurgiones? E non è forse amore quello di tua nonna che, per il pranzo domenicale, preparava nel suo piccolo forno teglie di pardulas fatte con il formaggio fresco, quello preso dal pastore?
Sia chiaro: dietro questo blog non c'è una persona obesa imbottita di sebadas e glassata con il miele, direi che sono pure magra, forse perché l'amore soddisfa senza far ingrassare.

Ecco, da questi ricordi che emanano profumi meravigliosi è nata la mia passione per la cucina. E anche per me, cucinare non poteva che diventare un atto d'amore. Lungo e interminabile.