lunedì 2 settembre 2013

L'imposizione della dieta

Botero, Ballerina alla sbarra
Bei tempi quelli nei quali per il compleanno mi regalavano un profumo o un libro o, male che poteva andare, un viaggio in Burundi di sola andata in uno sperduto villaggio assolato senza ombra e senza protezione solare. Poi, arrivano i quarant'anni (anche se, a dire il vero, son quarantuno: ma son dettagli) e la gente impazzisce. La tua famiglia, precisamente, impazzisce. Già in mia madre, il precedente natale, avevo iniziato a individuare questa anomalia regalistica, quando mi si presentò con un aspirapolvere. Certo, utile. Potente, pure. Ma, insomma, come regalo... Il culmine è stato, comunque, raggiunto da mia sorella. Ha avuto l'opaca (non posso certo definirla brillante) idea di donarmi, spacciandolo per regalo, una visita. No, non dal chirurgo plastico, ma dal nutrizionista. Proprio così. E a giustificazione del suo insano gesto ha addotto le seguenti ragioni: devi mangiare meglio. E coattivamente mi ha tradotto - mancavano solo le manette- dalla nutrizionista con studio in una via introvabile di Cagliari. Dopo una mezz'ora di ricerca della fantomatica via, dopo l'ennesima telefonata alla nutrizionista trasformatasi, per l'occasione, in Dottoressa Google Maps siamo giunte nel suo studio. Lì mi son sentita sotto accusa, pur non essendo eccessivamente grassa, vi assicuro. Ho dovuto dire -confessare, meglio - tutto intorno alla mia alimentazione. Il bello però è arrivato quando sono stata sottoposta, con un entusiasmo simile a quello dei condannati a morte che si avvicinano al patibolo, all'esame impedenziometrico. Bene, ho scoperto che oltre alla massa grassa, nel mio corpo e quindi in tutti i corpi del mondo esiste anche l'acqua e la massa magra. A ciò si aggiunga il tragico verdetto finale: totale squilibrio nel rapporto rapporto massa-magra, acqua corporea e massa grassa per via di un eccesso di acqua corporea e di un consumo, insano ovviamente, della massa magra. Più o meno, questo è il riassunto visto che la nutrizionista continuava a parlare ricordandomi, spesso, di eliminare bevande gassate, zuccheri e tante altre cose e in sottofondo, la mia cara sorella che ripeteva:"Vedi, te l'avevo detto io".
Visita terminata in attesa dell'invio, a domicilio, della dieta. Dieta che, ahimè, è arrivata dopo soli tre giorni. Ho stampato quei fogli, tre per l'esattezza. E con la tristezza nel cuore ho iniziato la dieta non senza maledire nell'ordine: 
1) mia sorella Giuda,
2) la nutrizionista, 
3) le masse magre, 
4) le masse grasse, 
5) l'acqua corporea
6) tutti quelli che affermano, brutti ipocriti, come si possa dimagrire non rinunciando al gusto. 
Il primo giorno è stato tragico: pasta con un cucchiaino d'olio e uno di parmigiano (di solito, ne mettevo circa mezzo chilo), insalata e un frutto. Poi, la merenda altra cosa che ho sempre odiato. Il secondo giorno, invece, ero depressa perché tutto mi sembrava incolore esattamente come quegli ottanta grammi di pasta con poco olio e due granelli di parmigiano. Il terzo giorno ho avuto una leggera ripresa perché ho iniziato a sperimentare piatti, certo leggeri, ma non noiosi. E così sono andata avanti, rispettando la dieta, ma mangiando colorato e scoprendo nuovi alimenti come il farro che, peraltro, è buonissimo. Si può fare. Naturalmente, durante le vacanze d'agosto ho, intenzionalmente, rimosso lo schema dietetico gentilmente fornitomi dalla nutrizionista, ma questo lei non lo saprà mai.


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