Gli asparagi, e per asparagi intendo quelli verdi, sottili e profumati, sono un pezzo della mia infanzia. Mi ricordano il mio paesino natale, mi ricordano le gite in famiglia in impervie campagne per la raccolta degli stessi (naturalmente io non li vedevo e, pertanto non contribuivo all'alimentazione della mia famiglia perché guardavo il cielo, ma questa è un'altra storia), mi ricordano le frittelline che, poi, mia madre ci preparava. E con questo bagaglio verde-asparago-romantico nel momento in cui scoprii che al mondo esistevano anche gli asparagi giganti e bianchi ci ci rimasi male, molto male...
Ingredienti per 4 persone
300 gr. di gnocchi di patate
350 gr. di asparagi selvatici
1 cucchiaio di parmigiano
2 cucchiai rasi di mascarpone
1/2 cipolla bianca
sale, olio evo, pepe
Preparazione
Pulire gli asparagi eliminando la parte dura e raschiando la parte esterna. Raccoglierli a mazzo, legarli con lo spago da cucina, metterli in una pentola alta con acqua: le punte non devono essere ricoperte dall'acqua. Far cuocere per circa 15 minuti.
Scolarli, tagliarli a pezzettini e conservare una parte delle punte per la guarnizione finale.
Far soffriggere con l'olio la cipolla tritata e aggiungervi gli asparagi, di tanto in tano aggiungere acqua di cottura degli gnocchi. Far cuocere per circa 10-15 minuti e quando il composto sarà sufficientemente morbido, passarlo nel mixer insieme con il sale, il pepe, il parmigiano il mascarpone e un po' d'acqua di cottura.
Versare il composto sugli gnocchi di patatee servirli guarnendoli con le punte precedentemente messe da parte.
Ci sono ricascata, come al solito. Perché è nata questa ricetta? Non certo perché avessi deciso di farla: è nata a causa della signorina che, al supermercato, promuoveva lo zafferano. Avete presente le signorine con i piedi gonfi che sorridono sempre e ti dicono, con cinquantaquattro denti, "Buongiorno!!!" con tre, proprio tre, punti esclamativi? Ecco, la signorina di turno, con annesso tailleur e piedi sofferenti, mi ha individuato, perché ho la faccia di quella che"se mi chiedi di comprarlo lo compro". Non ci riesco mai a dire: "No, non mi serve". Come quando alla cassa ti offrono la colomba a 4,99 €. anziché a 5,00 €., io la compro, anche se è ferragosto. Quindi son tornata a casa con il carico di zafferano, nonostante ne avessi già. Ho, inizialmente, pensato di fare il classico risotto, ma, poi, vedendo i finocchi freschi e biologici ho pensato a questa vellutata. Buona, colorata e zafferanosa, ovviamente. Ancora grazie, signorina: alla prossima.Io ci sarò, come sempre. Ingredienti per 4 persone
4 finocchi
2 patate
1/2 cipolla
200 ml. di brodo vegetale
1 bustina di zafferano
1 cucchiaio di farina
2 cucchiai di panna da cucina
pepe, olio evo
Preparazione
Tritare la cipolla e farla soffriggere con due cucchiai di olio evo. Aggiungere le patate tagliate a cubetti e lasciarle cuocere per dieci minuti, quindi aggiungere i finocchi tagliati in quattro. Unire, gradualmente, il brodo vegetale. Quando le patate e i finocchi saranno morbidi passare il tutto con il mixer ad immersione e rimettere sul fuoco. Aggiungere un cucchiaio di farina setacciata, la panna e lo zafferano sciolto in poco brodo. Servire con una bella grattata di pepe nero.
E del discorso intorno ai mariti che adorano il pesto quando tu, invece, non lo apprezzi. Questo piatto, in sostanza, è frutto di un compromesso: pesto sì (ti accontento, amore mio bello), ma con pomodoro e tonno. Bei colori, ottimo profumo e marito contento.
Ingredienti per 4 persone:
350 gr. di pennette
1 scalogno piccolo
3 pomodori rossi
150 gr. di tonno sott'olio
100 gr di pesto
olio evo, sale
Preparazione:
Tritare lo scalogno e farlo soffriggere con due cucchiai d'olio evo.
Aggiungere i pomodori tagliati a cubetti e far cuocere, a fiamma vivace, per circa 10' e salare.
Aggiungere il tonno fatto sgocciolare e far insaporire per altri due minuti.
Spegnere il fuoco e aggiungere il pesto, mescolare bene in modo che gli ingredienti si amalgamino alla perfezione.
Far saltare nel sugo la pasta scolata e aggiungere un mestolo d'acqua di cottura, sevire aggiungendo un po' di pesto o alcune foglie fresche di basilico.
Vacanze terminate. Già, si torna a casa, con una montagna di valigie da svuotare e con un cartello attaccato sulla schiena che recita "Pacchia finita". E, intorno alle tredici, ti ricordi che devi preparare pure il pranzo visto che tua mammix oggi non te lo preparerà (ciò fa parte del pacchetto F.P., fine pacchia). Allora, apri il frigo e inizi a buttare le cose che son rimaste prima di partire. Qualcosa, però, si è salvata: qualche verdura e i capperi che, invincibili come sempre, resistono a tutte le tue trasferte...
Ingredienti
350 gr. di mezze maniche
1 peperone rosso
1 peperone giallo
1 carota
sedano
6 pomodorini
1 manciata di capperi
1/2 cipolla
olio, sale, parmigiano, basilico
Tritare la cipolla e farla soffriggere con un po' d'olio, aggiungere i capperi e i peperoni tagliati a listarelle e far cuocere a fiamma vivace per circa 5'. Aggiungere il sedano e la carota tagliati a julienne, poi i pomodori tagliati a pezzi piccoli. Terminare la cottura, scolare la pasta e farla saltare nel sugo aggiungendo un po' d'acqua di cottura. Infine, unire il parmigiano e il basilico fresco.
Lettura: Elisabeth Von Arnim, Lettere di una donna indipendente. Bollati Boringhieri
"Pertanto, mio signore, torniamo alle verdure. Sono l'argomento più sicuro per un rispettabile scambio di lettere."
Ingredientiper 4 persone
400 gr. di straccetti di tacchino
1 rametto di rosmarino
80 gr. di pangrattato
1 cucchiaio di farina
50 gr. di parmigiano
70 gr. di nocciole tritate
1/2 bicchiere di vino bianco
1 mestolo di brodo vegetale
Pepe
Sale
Olio evo
Preparazione
In una ciotola versare il pangrattato, la farina, le nocciole tritate e precedentemente tostate e il parmigiano, mischiare il tutto e aggiungere gli straccetti di tacchino schiacciandoli bene in modo che il composto aderisca
Una volta impanati, metterli in una padella con un po' d'olio e rosmarino e farli dorare. Aggiungere il vino e farlo evaporare, se necessario aggiungere un mestolino di brodo vegetale. Salare, pepare e servire.
Ingredienti per 4 persone
2 finocchi
3 arance
pepe, olio, sale
Preparazione
Lavare i finocchi e asciugarli. Tagliarli molto sottili, disporli su un piatto da portata e salarli. Quindi aggiungere due arance tagliate a fettine, dopo averle pulite bene. Condire con il succo di un'arancia, olio e pepe.
Ingredienti per quattro persone
Per l'impasto:
160 gr di farina 00
150 gr. di farina manitoba
150 ml di acqua tiepida
10 gr. di lievito di birra
1 cucchiaio di olio evo
2 cucchiaini di sale
Per la farcitura:
150 gr. di pancetta affumicata a cubetti
70 gr. di pecorino fresco
1 pomodoro secco
2 patate grandi
rosmarino q.b.
olio evo, sale
Mettere la farina in una ciotola e aggiungervi l'acqua tiepida con il lievito disciolto, aggiungere il sale e l'olio e lavorare fino a che l'impasto non risulterà omogeneo. Lasciare lievitare per circa un'ora e mezzo /due.
Quindi, stendere l'impasto su una teglia unta - o, in alternativa, mettere la carta forno - e disporre i cubetti di pancetta, il pomodoro secco tritato finemente, il pecorino tagliato a piccoli cubetti, indi ricoprire il tutto con le patate tagliate molto sottili. Aggiungere olio sale e il rosmarino e mettere nel forno già caldo per circa 15' minuti a 220°.
Un antipasto profumato e piccante davvero sfizioso.
Ingredienti per 4 persone
10 champignons di media grandezza
mezzo spicchio d'aglio
prezzemolo
50 gr. di pane grattugiato
tre cucchiai di latte
peperoncino
50 gr. di parmigiano
sale
Preparazione
Pulire bene i funghi in modo da togliere ogni residuo di terra. Con un coltello togliere la parte interna e metterla in una ciotola. Agggiungere lo spicchio d'aglio tritato molto fine, il prezzemolo, il latte, il pangrattato, il peperonicino e il parmigiano. Amalgamare il tutto fino ad ottenere un composto morbido (se necessario, aggiungere altro latte), salare e riempire i funghi. Deporli su una teglia da forno precedentemente unta, spolverarli di pangrattato, aggiungere un filo d'olio e infornarli per circa 30' a 180°.
Ci sono quei giorni in cui apri il frigo e senti l'eco. Perché ti sei dimenticata di fare la spesa. E in quel frighesco silenzio riesci a trovare la scarola. Vorresti fare la classica torta con scarola, pinoli e uvetta. Ma mancano gli ingredienti. Allora, ti inventi la ricetta.
Ingredienti
2 cespi di scarola
1 rotolo di pasta brisé
1 mozzarella
1 pomodoro secco
1manciata di capperi
1 uovo
1 spicchio d'aglio
100 gr. di parmigiano grattugiato
sale
olio evo
pane grattugiato
Preparazione
Far bollire la scarola con acqua salata. Scolarla e farla saltare, dopo averla tagliata a listarelle, in una padella con olio, uno spicchio d'aglio, i capperi e il pomodoro secco tritato. Una volta pronta, togliere l'aglio, mettere il tutto il una ciotola, lasciare raffreddare e aggiungere la mozzarella, il parmigiano, l'uovo e il sale. Amalgamare il tutto e riempire con il composto il rotolo di pasta brisé e cospargerlo di pangrattato.
Infornare per circa 20' a 180°.
Radicchio: amaro e noia? Anche no. Provate questo contorno, veloce e saporito, e capirete perché è sempre bene avere un po' di radicchio in casa. O nella borsa, se preferite.
Ingredienti per quattro persone
Due cespi di radicchio 1 cipolla rossa 100 gr. di pinoli mezzo bicchiere di vino rosso olio evo, sale, pepe Preparazione Tritare la cipolla e farla soffriggere con due cucchiai d'olio. Aggiungere il radicchio tagliato a listarelle. Mettere il coperchio e far cuocere per circa 10'. Quindi, aggiungere mezzo bicchiere di vino rosso e farlo sfumare. Salare, pepare e aggiungere, a fine cottura, i pinoli fatti tostare precedentemente. Radicchio in poesia. Ho scoperto che nel 1969, a Treviso, si tenne un concorso di poesia dedicato al radicchio rosso. il vincitore fu Alberto Albanese jr. con la poesia 'Una fià de la me tera'.
Avete presente quei famosi test sulla personalità, quelli nei quali dovete rispondere a una serie di domande e, alla fine, ottenete un profilo a seconda della maggioranza di risposte A, B o C?
Ecco, stavo pensando a quei test per delineare tre profili di dispensatrici di ricette culinarie. Certo potevo fare altro, ma non ci son riuscita evidentemente. Ho notato che, per molte persone, dare una ricetta equivale a donare un rene.
Le persone dispensatrici di ricette, tendenzialmente, sono bugiarde, gelose e poco generose soprattutto quando si tratta di preparazioni tradizionali, per esempio dolci tipici.
Ovviamente, ci sono anche quelle che, senza alcun problema, ti forniscono la ricetta: io, per esempio. Ma, io, sono simpatica, generosa, altruista e non bugiarda. Lo sanno tutti.
Fermo restando che mancano le domande, i risultati del test (senza previo test) sono i seguenti:
PROFILO A: LA PINOCCHIA.
Appartiene a questo profilo colei che non volendo dirti "Non ti do la ricetta", ti dice, allegando pure un sorriso, "Certo, eccola!" e te la detta con una precisione che fa quasi paura. Stranamente però quando ti ritrovi a realizzarla quella ricetta c'è sempre qualcosa che non torna. Non è mai perfetta. Non sarà che, forse, le dosi erano sbagliate? Non sarà forse che, artatamente, le dosi son state modificate per impedirti di realizzare un piatto uguale, o almeno simile, al suo?
PROFILO B: UN PO'
In questo profilo si annoverano quelle che non ricordano mai le dosi, ma ti dicono "metti un po' di farina, un po' di sale, qualche uova" e, dopo, due o tre giorni "Ah, anche un po' d'acqua, mi raccomando". E, tu, a domandare "Un po' quanto?" "Eh, a occhio".
Certo, che sciocca, anche l'occhio vuole la sua parte.
PROFILO C: QUESTIONE DI MANO
Le persone rientranti in questo profilo non appartengono ad una oscura setta onanistica, ma sono quelle che, apparentemente, paiono non affette dalla sindrome da gelosia da ricetta, ma sono più subdole. Infatti, la ricetta te la danno. Eccome! E precisa pure, ma confidano ciecamente, sempre e comunque, sulla cattiva riuscita del piatto perché, a prescindere dalle dosi, ciò che conta è, appunto, la mano. E ogni mano, si sa, è diversa dall'altra.
Con la realizzazione di questa crostata ho sfidato un mostro sacro: nonna Anna, la nonna di mio marito. La ricetta è sua, ma già prima di prepararla voci intorno a me dicevano - e chi non lo diceva, lo pensava - non riuscirai mai a farla come nonna Anna che "la fa da cinquant'anni" ed è "la crostata migliore che possa esistere" e, pertanto, "nessuno può competere". È stata una prova ardua, ma credo di essermela cavata bene, merito anche della marmellata di arance preparata con le mie manine.
Ingredienti
400 gr. di farina
200 gr. di zucchero
2 uova
150 gr. di burro
Scorza grattugiata di un limone (biologico)
Un vasetto e mezzo di marmellata di arance
1 bustina di lievito per dolci
Preparazione
Lavorare, molto velocemente, la farina con il burro tagliato a pezzi, aggiungere le uova, lo zucchero, la scorza del limone e, infine il lievito. Dovrà risultare un impasto abbastanza morbido. Lasciare riposare e nel frattempo prendere un po' di impasto e preparare, con la rotella per pasta, delle strisce per la copertura. Imburrare e infarinare la teglia e versarvi l'impasto. Versare la marmellata e ricoprire, formando una sorta di grata, con le strisce di pasta frolla preparate precedentemente. Infornare per circa 30 minuti a 180°
Lettura: Simonetta Agnello Hornby, Un filo d’olio. Sellerio collez. La memoria, p.288, 2011
" Anni dopo osai chiederne la ricetta. Le labbra ormai sottili increspate dallo stesso sorriso limpido, e tuttora bella, Rosalia non disse né sì né no. Mi elencò i sette ingredienti e spiegò che il caffè d'u parrinu, fatto come si doveva, richiedeva una lunga preparazione: due giorni di raccolta del tufo e di bollitura, infusione, ribollitura "e poi deve arripusari". Non mi diede la ricetta, ma per il resto del mio soggiorno a Mosè me ne portò una caffettiera intera a metà mattina, ogni giorno. Ricetta, niente."
Credo sia il dolce più goloso che possa esistere. In genere, non amo i dolci e, soprattutto, non amo farli. Il merito di questa realizzazione va tutto a Chiara, la mia amica, che di dolci se ne intende e un giorno, tanto lontano, mi scrisse la ricetta nella mia agendina. E fu così che la torta si chiamò 'Torta scura di Chiara'.
Ingredienti
150 gr. di farina 00
150 gr. di zucchero
3 cucchiai colmi di cacao amaro
3 uova
70 gr. di burro
100 gr. di latte
1 bustina di lievito per dolci
150 gr. di panna montata
400 gr. di Nutella
Preparazione
Sbattere le uova con lo zucchero e, successivamente, aggiungere il cacao il burro ammorbidito, il latte e, infine, il lievito. Versare il composto in una teglia precedentemente imburrata e infornate a 180° per circa 35 minuti.
Lasciare raffreddare e tagliare la torta a metà. Cospargerla di panna montata e di Nutella. Chiudere e spolverare la parte superiore con lo zucchero a velo.
Lettura: Chocolat di Joanne Harris, Garzanti.
"Vendo sogni, piccoli comfort, tentazioni dolci e innocue per far
scendere una schiera di santi che precipitano uno dopo l'altro tra le
nocciole e i torroncini"
Povere verze. Bistrattate, continuamente maltrattate, insieme con i loro amici cavoli, cavoletti, broccoli. Bene, dopo aver assaggiato questi deliziosi involtini "Lasciate ogni critica O voi ch'assaggiate". Deliziosi, vi assicuro. Ingredienti per 4 persone
1 verza
300 gr. di salsiccia fresca
1 carota
sedano
1 scalogno
350 gr. di besciamella
150 gr. di parmigiano grattugiato
sale
Preparazione
Far bollire la verza in acqua salata per circa 5 minuti, scolarla e metterla ad asciugare in un canovaccio.
Preparare un trito di scalogno, carote, sedano e farlo soffriggere con 2 cucchiai di olio extravergine di oliva.
Aggiungere la salsiccia sbriciolata, completare la cottura.
Una volta raffreddato, mettere il composto in una ciotola e aggiungere, mescolando,150 gr. di besciamella e 50 gr. di parmigiano.
A questo punto prendere le foglie di verza e riempirle con il composto chiudendole bene in modo da formare degli involtini.
Adagiare gli involtini su una pirofila da forno, ricoprirli con la restante besciamella e spolverarli con il parmigiano.
Infornare a 180° fino a completa doratura.
Lettura da abbinare: 'Paperino e l'isola del cavolo', Walt Disney.
Nell'Isola del Cavolo uno scienziato compie esperimenti al fine di eliminare l'odore dei cavoli...
Un'amica mi ha regalato le melagrane del suo giardino. Vedendole, l'idea di un bel risotto mi è parsa perfetta. Certo, è uno di quei piatti con i quali si corre il rischio del divorzio o, almeno, della cosiddetta e antipatica 'pausa di riflessione'. Ma, saranno stati i colori stupendi del piatto o la forte antipatia per gli avvocati, alla fine, è andata bene: sono ancora coniugata.Chiaro che il mio caro maritino ha manifestato - in fase di preparazione - tutto il suo disappunto. Chiaro anche che io ho fatto finta di non sentirlo (ah! la sordità che bella invenzione)
Ingredienti per 4 persone
- 350 gr. di riso
- 1 scalogno
- 2 melagrane
- Burro
- Brodo vegetale
- Olio
- 1 bicchiere di vino bianco secco
- Parmigiano
- Menta fresca
Preparazione
Sgranate una melagrana e mettete da parte i chicchi e spremete il succo dell'altra.
Tritate lo scalogno e fatelo soffriggere con un po' d'olio (o se preferite, con il burro).
Aggiungere il riso e, una volta tostato, aggiungere un bicchiere di vino bianco e farlo evaporare. Piano piano aggiungere il brodo e ultimare la cottura. Aggiungere il succo della melagrana, continuando a mescolare. Una volta pronto spegnere il fuoco e mantecare con una noce di burro e il parmigiano aggiungendovi i chicchi di melagrana messi da parte precedentemente. Decorare con foglie di menta.
Lettura da abbinare: 'La casa dei melograni' di Oscar Wilde
Bellissima raccolta di fiabe. Non solo per bambini.