mercoledì 11 settembre 2013

Fregola sarda con arselle

Ho sempre avuto una sorta di timore reverenziale nei confronti della fregola con arselle e, in generale, nei confronti dei piatti cd. tipici.Tale timore, però, si è scontrato con una generosa signora che mi ha regalato un chilo di fregola che, pazientemente e con ottimi risultati, ha realizzato lei stessa. Di fronte a cotanta fregola non potevo più "passarmi" e mi son vista quasi costretta a realizzare questo piatto (come già detto sono gli ingredienti che ci chiamano, non siamo noi a decidere cosa cucinare). Ne è seguita una comunicazione telefonica con mia madre (con sottotitolo: SOS) dalla quale è scaturita la ricetta con annessi moniti mammeschi che indico, a titolo esemplificativo, qui di seguito: 
1) Mi raccomando, le arselle devono essere freschissime; 
2) Mi raccomando bis, fai spurgare bene le arselle; 
3) Mi raccomando ter, la fregola va fatta cuocere nel brodo ché non è mica pasta normale
Sì mamma, va bene, va bene.

Ingredienti per quattro persone
1 Kg. arselle
200 gr. fregola grossa
250 gr. pomodori pelati
2 spicchi d'aglio
1 litro di brodo
Olio, peperoncino, prezzemolo
1 pomodoro secco

Preparazione
Far spurgare le arselle per almeno due ore. Farle aprire in una pentola con un filo d'olio, sguciarle e lasciarne qualuna da parte con il guscio per la decorazione finale.
Filtrare l'acqua di cottura delle arselle e metterla da parte.
A parte, far imbiondire l'aglio nell'olio, unire i peperoncini e il pomodoro secco tritato grossolanamente.
Aggiungere i pomodori pelati e farli cuocere per circa 10 minuti quindi versare la fregola e, gradualmente, unire il brodo e l'acqua di cottura delle arselle.
Quando la fregola sarà quasi pronta (dopo circa mezz'ora più o meno) aggiungere le arselle e il prezzemolo tritato. Spegnere il fuco e lasciar riposare cinque minuti.
Servire la fregola con le arselle tenute da parte, una manciata di prezzemolo tritato fresco e un filo di olio extravergine.

Altre ricette:
Pasta con i ricci

martedì 10 settembre 2013

Pipette rigate con wurstel e patate

Con i wurstel ho un rapporto un po' controverso. Fondamentalmente, non mi fanno impazzire. Però, ad essere onesta, nel frigo ci sono sempre, forse perché a mio marito piacciono. Ma è anche vero che faccio sempre finta che non ci siano (fischietto pure) e mi ricordo della loro esistenza solo quando stanno per scadere e per evitare di buttarli (non sia mai) son costretta a cucinarli. Pertanto, per non fare la solita insalata di riso, ho pensato di abbinarli alle patate e, poi, mi son detta: con la pasta, perché no? Per farla breve, alla fine è andata bene, mica male i wurstel nella pasta. 

Ingredienti per quattro persone

350 gr. di pipette rigate
2 patate
4 wurstel di media grandezza
1 cipolla
50 gr. di parmigiano grattugiato
Olio, sale, rosmarino
Preparazione
In una padella versare un filo d'olio e farvi soffriggere la  cipolla, quindi aggiungervi le patate tagliate a piccoli cubetti, farle insaporire per pochi minuti e, poi, unire un mestolo di acqua di cottura della pasta. Coprire con il coperchio e farle cuocere per circa 8-10 minuti. Quando le patate saranno cotte aggiungere i wurstel tagliati a rondelle sottilissime. Farli dorare, salare e aggiungere il rosmarino.
Versare la pasta cotta al dente sul sugo così preparato farla saltare e mantecare con il parmigiano grattugiato.
Servire con rametti di rosmarino fresco.

giovedì 5 settembre 2013

Bocconcini di pollo in crema di melanzane

Ci sono degli ingredienti che ti chiamano. Ingredienti che non ne vogliono sapere di stare nel frigo e che decidono di sposarsi tra loro. E, candidamente, ti dicono: cucinaci, insieme. Pollo, melanzane e capperi ho ascoltato la vostra voce e credo di aver celebrato un buon matrimonio finché, almeno, nuova ricetta non vi separi.

Ingredienti per quattro persone
650 gr. di petto di pollo
1 scalogno
4 melanzane
Capperi q.b.
5 acciughe
1 bicchiere di vino bianco secco
Farina q.b.

60 gr. di parmigiano grattugiato
Basilico
Olio extravergine di oliva, sale

Preparazione
Sbucciare le melanzane e tagliarle a cubetti. Far soffriggere nell'olio evo lo scalogno tritato, aggiungere, dopo qualche minuto le acciughe e i capperi quindi le melanzane tagliate a cubetti. Aggiungere un goccio d'acqua e portare a cottura. Spegnere il fuoco, salare, unire il basilico e il parmigiano e passare il tutto nel mixer fino ad ottenere una crema omogenea e densa.
Tagliare il pollo a pezzi piccoli, infarinarlo e farlo saltare in una padella con un po' d'olio. Quando sarà leggermente dorato, aggiungere il bicchiere di vino e far sfumare, salare.
Servire il pollo con la crema di melanzane e decorare con capperi.

Alte ricette
Faraona con porri e limone
Pollo in umido con funghi

martedì 3 settembre 2013

Riso con il pomodoro

A casa mia tra le tante strane abitudini c'è anche l'abitudine del voto. Nel senso che ogni volta che cucino (in sostanza ogni santo giorno) mio marito esprime il voto sui miei piatti. Diciamo che, tendenzialmente, è molto stretto di voti il vecchio professore per paura che, montandomi la testa, decida di andarmene e aprire un ristorante in Alaska. Però, c'è sempre un però. Il riso con il pomodoro, categoria piatti semplici, ha ottenuto dal caro maritino un bel nove. Ripeto, nove. In effetti, nella sua semplicità è un piatto ottimo per quanto io, per anni, non l'abbia mangiato. L'ho riscoperto, con entusiasmo, solo l'anno scorso. Bon apetit

Ingredienti per quattro persone:
400 gr. di riso
1 cipolla piccola
800 ml di brodo vegetale
400 gr. di passata di pomodoro
Basilico q.b.
Una noce di burro
50 gr. di parmigiano grattugiato
Olio evo, sale.
Preparazione
Tritare la cipolla e farla soffriggere con un filo di olio evo. Quando sarà ammorbidita aggiungere la passata di pomodoro e farla cuocere per circa 35 minuti in modo da ottenere un sugo molto corposo. Salare e aggiungere il riso, farlo insaporire per qualche minuto nel sugo e aggiungere, gradualmente, con un mestolo, il brodo, mescolando spesso. Portare il riso a cottura e spegnere il fuoco. Aggiungere le foglioline di basilico e mantecare con una noce di burro e il parmigiano grattugiato.

La semplicità, Carmen Consoli

lunedì 2 settembre 2013

L'imposizione della dieta

Botero, Ballerina alla sbarra
Bei tempi quelli nei quali per il compleanno mi regalavano un profumo o un libro o, male che poteva andare, un viaggio in Burundi di sola andata in uno sperduto villaggio assolato senza ombra e senza protezione solare. Poi, arrivano i quarant'anni (anche se, a dire il vero, son quarantuno: ma son dettagli) e la gente impazzisce. La tua famiglia, precisamente, impazzisce. Già in mia madre, il precedente natale, avevo iniziato a individuare questa anomalia regalistica, quando mi si presentò con un aspirapolvere. Certo, utile. Potente, pure. Ma, insomma, come regalo... Il culmine è stato, comunque, raggiunto da mia sorella. Ha avuto l'opaca (non posso certo definirla brillante) idea di donarmi, spacciandolo per regalo, una visita. No, non dal chirurgo plastico, ma dal nutrizionista. Proprio così. E a giustificazione del suo insano gesto ha addotto le seguenti ragioni: devi mangiare meglio. E coattivamente mi ha tradotto - mancavano solo le manette- dalla nutrizionista con studio in una via introvabile di Cagliari. Dopo una mezz'ora di ricerca della fantomatica via, dopo l'ennesima telefonata alla nutrizionista trasformatasi, per l'occasione, in Dottoressa Google Maps siamo giunte nel suo studio. Lì mi son sentita sotto accusa, pur non essendo eccessivamente grassa, vi assicuro. Ho dovuto dire -confessare, meglio - tutto intorno alla mia alimentazione. Il bello però è arrivato quando sono stata sottoposta, con un entusiasmo simile a quello dei condannati a morte che si avvicinano al patibolo, all'esame impedenziometrico. Bene, ho scoperto che oltre alla massa grassa, nel mio corpo e quindi in tutti i corpi del mondo esiste anche l'acqua e la massa magra. A ciò si aggiunga il tragico verdetto finale: totale squilibrio nel rapporto rapporto massa-magra, acqua corporea e massa grassa per via di un eccesso di acqua corporea e di un consumo, insano ovviamente, della massa magra. Più o meno, questo è il riassunto visto che la nutrizionista continuava a parlare ricordandomi, spesso, di eliminare bevande gassate, zuccheri e tante altre cose e in sottofondo, la mia cara sorella che ripeteva:"Vedi, te l'avevo detto io".
Visita terminata in attesa dell'invio, a domicilio, della dieta. Dieta che, ahimè, è arrivata dopo soli tre giorni. Ho stampato quei fogli, tre per l'esattezza. E con la tristezza nel cuore ho iniziato la dieta non senza maledire nell'ordine: 
1) mia sorella Giuda,
2) la nutrizionista, 
3) le masse magre, 
4) le masse grasse, 
5) l'acqua corporea
6) tutti quelli che affermano, brutti ipocriti, come si possa dimagrire non rinunciando al gusto. 
Il primo giorno è stato tragico: pasta con un cucchiaino d'olio e uno di parmigiano (di solito, ne mettevo circa mezzo chilo), insalata e un frutto. Poi, la merenda altra cosa che ho sempre odiato. Il secondo giorno, invece, ero depressa perché tutto mi sembrava incolore esattamente come quegli ottanta grammi di pasta con poco olio e due granelli di parmigiano. Il terzo giorno ho avuto una leggera ripresa perché ho iniziato a sperimentare piatti, certo leggeri, ma non noiosi. E così sono andata avanti, rispettando la dieta, ma mangiando colorato e scoprendo nuovi alimenti come il farro che, peraltro, è buonissimo. Si può fare. Naturalmente, durante le vacanze d'agosto ho, intenzionalmente, rimosso lo schema dietetico gentilmente fornitomi dalla nutrizionista, ma questo lei non lo saprà mai.


domenica 1 settembre 2013

Patate con salsa allo yogurt e menta

Dove son nata io, al freddo e al gelo della montagna, le patate sono una prelibatezza. Va da sé che, poi, le mangi in tutte le salse. Al forno, fritte, al verde, lesse e non dimentichiamo i famosi culurgionis che, alla base, appunto hanno le patate. Poiché sono a dieta (almeno quando cerco di rispettarla) ho voluto provare una salsa molto leggera e fresca grazie anche alla menta che, miracolosamente, sono riuscita a coltivare nel balcone. Il risultato è stato soddisfacente.
Ingredienti per quattro persone 
800 gr. di patate
2 vasetti di yogurt bianco magro
menta, sale, pepe, due spicchi d'aglio

Preparazione
 
Far lessare le patate senza privarle della buccia in abbondante acqua salata. Una volta cotte, sbucciarle e lasciarle raffreddare.
In una ciotola mescolare lo yogurt con le foglie di menta tritate finemente, il sale, un po' di pepe e l'aglio tagliato in due.
Far riposare la salsa in frigo per qualche ora. Tagliare le patate a fette spesse e servirle con un filo d'olio e con la salsa allo yogurt avendo cura di eliminare gli spicchi d'aglio.


giovedì 29 agosto 2013

Pollo al limone

Lo chef Antohny Bourdain nel suo libro, Kitchen confidential, afferma che "il pollo è noioso". Devo dire che, per molto tempo, gli ho dato ragione avendo io sempre riservato al pollo un'occhiata torva, seguita da commenti negativi accompagnati da suoni onomatopeici irripetibili. Ma si cambia. Certo non è il mio piatto preferito, ma quando ho capito che il pollo si presta a mille varianti non mi sono trattenuta dallo sperimentarle. La seguente ricetta, a onor del vero, era di mia sorella almeno gli ingredienti principali (pollo e limone) ma quando le ho chiesto quali fossero gli altri ingredienti lei ha risposto, candidamente, di non ricordarli più. Quindi, ho supplito a tale carenza affidandomi all'estro del momento. In ogni caso, è certo che la bellezza di questo piatto non sia visibile agli occhi, perché risiede tutta nel profumo. Un intenso e meraviglioso profumo di limone.

Ingredienti per quattro persone

400 gr. di fusi di pollo
400 gr. di sovraccosce
olio extravergine d'oliva
2 limoni non trattati
1 bicchiere di vino bianco secco
salvia, alloro, timo, rosmarino

Preparazione: In una padella capiente versare un cucchiaio di olio e adagiare i pezzi di pollo e i due limoni tagliati a spicchi e mettere il coperchio.
Far dorare la carne a fiamma vivace da entrambi i lati. Quando la carne sarà ben dorata aggiungere un bicchiere di vino e far sfumare. Terminare la cottura aggiungendo, se necessario, un mestolo d'acqua o di brodo. Salare e aggiungere la salvia, il timo, una foglia di alloro e il rosmarino.
 "Gli alberi sono persone"
da: Il giardino di limoni di Erian Riklis, 2008











Altre ricette:
Faraona con porri e limone
Pollo al curry
Pollo in umido con funghi

venerdì 23 agosto 2013

Proust e la sapa

Oggi stavo leggendo, con calma, la ricetta dei mostaccioli che una mia amica mi ha gentilmente concesso e già questo è un evento eccezionale visto che le persone della sua zona (e non dico quale ché oggi son buona) non concedono ricette neanche sotto tortura. A una seconda lettura di siffatta ricetta la mia attenzione si è soffermata su un ingrediente che, in precedenza, non avevo notato. Nella quinta riga c'era scritto: un bicchiere di mosto cotto. Ho avuto l'illuminazione: il mosto cotto è la sapa. E con sorrisino da ebete ho ricordato. Mi son sentita molto, ma molto, Proust. Alla ricerca dei profumi perduti. Mi son rivista nella cucina di mia madre, quella piccola oramai abbandonata perché sostituita da una grande quanto un appartamento di medie dimensioni. Ho rivisto mia madre e un grosso pentolone che bolliva e bolliva e bolliva. Era autunno, ne son proustianamente certa. Io e mia sorella gironzolavamo per la casa inebriate o forse nauseate dall'odore pungente di quel mosto che pareva non volesse mai smettere di cuocere. E quell'odore che aveva, indubbiamente, un effetto-sballo non indifferente impregnava ogni cosa e, soprattutto, lo si sentiva anche nei giorni successivi. Anche quando aveva smesso, forse per sfinimento, di cuocere. Anche quando la cucina era stata ripulita. Anche quando gli ambienti erano stati diligentemente arieggiati. Ma quello sballo delle figliole era necessario e fondamentale. Era un passo indispensabile per la realizzazione de su pani 'e saba (pane di sapa) dolce tipico dal colore molto scuro dato, appunto, dalla malefica sapa.
Ora mi verrebbe da chiedere alla mia cara mamma se io e mia sorella siamo venute su così come siamo per via di quelle inalazioni (quindi è tutta colpa sua). E, soprattutto, visto che il danno è ormai fatto mi verrebbe spontaneo chiederle "ma quando lo rifacciamo su pani 'e saba?"

Per concludere, ringrazio Sandra per la gentile concessione e, soprattutto, per il momento proustiano che, inconsapevolmente, mi ha regalato.

giovedì 22 agosto 2013

Crostata con le fragole

Le fragole mi riconciliano con il mondo, be' non esageriamo, almeno con una parte di mondo.
Perché hanno un bel colore, perché il loro profumo mi ispira cose belle, perché son delicate e fragili come le belle anime. Ho preparato questa crostata per fare un regalo, un regalo che fosse davvero "mio".

Ingredienti
Per la frolla:
400 gr. di farina
2 uova
200 gr. di zucchero
mezza bustina di lievito per dolci
150 gr. di zucchero
la scorza grattugiata di un limone
un pizzico di sale
Per la decorazione:
400 gr. di crema diplomatica
2 vaschette di fragole
1 bustina di gel per frutta

Preparazione
Impastare la farina con il burro, a temperatura ambiente, tagliato a pezzi, aggiungere lo zucchero, le uova, la scorza del limone, un pizzico di sale e lavorare il tutto molto velocemente. Infine, il lievito. Formare una palla e avvolgerla nella pellicola e lasciarla risposare in frigo per due ore circa.
Stendere la pasta con un'altezza di circa due-tre centimetri e foderare una teglia imburrata, lasciar cuocere in forno, ricoprendola con un  foglio di alluminio su cui andranno versati dei fagioli secchi. Lasciar cuocere per circa 30 minuti a 180°. Decorsi i tre minuti rimuovere l'alluminio e i fagioli e lasciare ancora cuocere per circa dieci minuti.
Sfornare e lasciare raffreddare.
Versarvi la crema diplomatica (ottenuta mescolando 1/3 di crema Chantilly con 2/3 di crema pasticcera), pareggiare con una spatola indi decorare con le fragole tagliate a metà dopo aver ben lavate e asciugate. Versare sulle fragole il gel per dolci con l'aiuto di un pennello.

"Isaak,caro, le fragole ormai sono finite"

Il posto delle fragole, Ingmar Bergman - 1957

venerdì 12 luglio 2013

Ostricando

"E assaggiai la mia prima ostrica.
Quello fu un fatto davvero significativo. Me lo ricordo così come rammento il giorno in cui persi la verginità... e sotto molti punti di vista, con più affetto."

-Anthony Bourdain, Kitchen confidential - Ed. Feltrinelli 2013, Pag. 23


domenica 21 aprile 2013

Torta salata con i peperoni


Questo, insieme con il tiramisù, è il mio piatto forte. Sapete quei piatti per i quale i tuoi amici e parenti ti fracassano con "Me la fai la torta ai peperoni" e finché non la prepari non la smettono? Ecco, per intenderci, i famosi piatti-tortura o piatti-stillicidio. Ma, in fondo (qui lo dico e qui lo nego) son sempre contenta di prepararla.
 
Preparazione:
Per la pasta: 600 gr. di farina
150 gr. di margarina
1/2 bicchiere di acqua tiepida
10 gr. di lievito di birra
1 cucchiaio di olio evo
sale
Per il ripieno:
1 cipolla bianca grande
1 spicchio d'aglio
100 m. di latte
200 ml di panna
3 peperoni gialli
3 peperoni rossi
200 gr. di emmenthal
2 uova
50 gr. di parmigiano grattugiato
sale
prezzemolo

Preparazione
Pasta: Su una spianatoia versare la farina setacciata, al centro disporvi la margarina a temperatura ambiente, un cucchiaino di sale, e un cucchiaio di olio di oliva e impastare, gradualmente aggiungere l'acqua nella quale andrà disciolto il lievito di birra. Lavorare sino a che il composto non avrà raggiunto una certa elasticità. Mettere l'impasto a riposare in frigo, con la pellicola, per circa un'ora.

Ripieno: tritare la cipolla finemente e farla soffriggere, con uno spicchio d'aglio, in due cucchiai d'olio, togliere lo spicchio d'aglio e aggiungere i peperoni tagliati a listarelle e far cuocere per circa 15-20 minuti. Spegnere il fuoco, salare e aggiungere il prezzemolo fresco tritato finemente e lasciar raffreddare. In una ciotola sbattere le uova, aggiungervi l'emmenthal tagliato a cubetti, il latte, la panna, il parmigiano e, infine i peperoni, amalgamare il tutto. Il composto deve risultare molto morbido, se necessario aggiungere un po'  di latte.
Nel frattempo stendere la pasta e adagiarla su una teglia unta di burro (o foderata con la carta forno) e versarvi il composto, spolverare con il pangrattato e mettere nel forno preriscaldato. Far cuocere per circa 50 minuti a 160°.

martedì 16 aprile 2013

Gnocchi con crema di asparagi

 
Gli asparagi, e per asparagi intendo quelli verdi, sottili e profumati, sono un pezzo della mia infanzia. Mi ricordano il mio paesino natale, mi ricordano le gite in famiglia in impervie campagne per la raccolta degli stessi (naturalmente io non li vedevo e, pertanto non contribuivo all'alimentazione della mia famiglia perché guardavo il cielo, ma questa è un'altra storia), mi ricordano le frittelline che, poi, mia madre ci preparava. E con questo bagaglio verde-asparago-romantico nel momento in cui scoprii che al mondo esistevano anche gli asparagi giganti e bianchi ci ci rimasi male, molto male...

Ingredienti per 4 persone
300 gr. di gnocchi di patate
350 gr. di asparagi selvatici
1 cucchiaio di parmigiano
2 cucchiai rasi di mascarpone
1/2 cipolla bianca
sale, olio evo, pepe

Preparazione
Pulire gli asparagi eliminando la parte dura e raschiando la parte esterna. Raccoglierli a mazzo, legarli con lo spago da cucina, metterli in una pentola alta con acqua: le punte non devono essere ricoperte dall'acqua. Far cuocere per circa 15 minuti.
Scolarli, tagliarli a pezzettini e conservare una parte delle punte per la guarnizione finale.
Far soffriggere con l'olio la cipolla tritata e aggiungervi gli asparagi, di tanto in tano aggiungere acqua di cottura degli gnocchi. Far cuocere per circa 10-15 minuti e quando il composto sarà sufficientemente morbido, passarlo nel mixer insieme con il sale, il pepe, il parmigiano il mascarpone e un po' d'acqua di cottura.
Versare il composto sugli gnocchi di patate e servirli guarnendoli con le punte precedentemente messe da parte.

Altre ricette:
Gnocchi di riso con verdure e salsa di soia

venerdì 5 aprile 2013

Vellutata di finocchi allo zafferano

Ci sono ricascata, come al solito. Perché è nata questa ricetta? Non certo perché avessi deciso di farla: è nata a causa della signorina che, al supermercato, promuoveva lo zafferano. Avete presente le signorine con i piedi gonfi che sorridono sempre e ti dicono, con cinquantaquattro denti, "Buongiorno!!!" con tre, proprio tre, punti esclamativi? Ecco, la signorina di turno, con annesso tailleur e piedi sofferenti, mi ha individuato, perché ho la faccia di quella che"se mi chiedi di comprarlo lo compro". Non ci riesco mai a dire: "No, non mi serve". Come quando alla cassa ti offrono la colomba a 4,99 €. anziché a 5,00 €., io la compro, anche se è ferragosto. Quindi son tornata a casa con il carico di zafferano, nonostante ne avessi già. Ho, inizialmente, pensato di fare il classico risotto, ma, poi, vedendo i finocchi freschi e biologici ho pensato a questa vellutata. Buona, colorata e zafferanosa, ovviamente. Ancora grazie, signorina: alla prossima.Io ci sarò, come sempre.

Ingredienti per 4 persone
4 finocchi
2 patate
1/2 cipolla
200 ml. di brodo vegetale
1 bustina di zafferano
1 cucchiaio di farina
2 cucchiai di panna da cucina
pepe, olio evo

Preparazione
Tritare la cipolla e farla soffriggere con due cucchiai di olio evo. Aggiungere le patate tagliate a cubetti e lasciarle cuocere per dieci minuti, quindi aggiungere i finocchi tagliati in quattro. Unire, gradualmente, il brodo vegetale. Quando le patate e i finocchi saranno morbidi passare il tutto con il mixer ad immersione e rimettere sul fuoco. Aggiungere un cucchiaio di farina setacciata, la panna e lo zafferano sciolto in poco brodo. Servire con una bella grattata di pepe nero.

Altre ricette:
Crema di favette con cialde di parmigiano
Vellutata di carciofi
Vellutata di zucca e curcuma



Pennette alla Carlofortina



E del discorso intorno ai mariti che adorano il pesto quando tu, invece, non lo apprezzi. Questo piatto, in sostanza, è frutto di un compromesso: pesto sì (ti accontento, amore mio bello), ma con pomodoro e tonno. 
Bei colori, ottimo profumo e marito contento.







Ingredienti per 4 persone:
350 gr. di pennette
1 scalogno piccolo
3 pomodori rossi
150 gr. di tonno sott'olio
100 gr di pesto
olio evo, sale

Preparazione: 
Tritare lo scalogno e farlo soffriggere con due cucchiai d'olio evo.
Aggiungere i pomodori tagliati a cubetti e far cuocere, a fiamma vivace, per circa 10' e salare.
Aggiungere il tonno fatto sgocciolare e far insaporire per altri due minuti. 


Spegnere il fuoco e aggiungere il pesto, mescolare bene in modo che gli ingredienti si amalgamino alla perfezione.


Far saltare nel sugo la pasta scolata e aggiungere un mestolo d'acqua di cottura, sevire aggiungendo un po' di pesto o alcune foglie fresche di basilico.




martedì 2 aprile 2013

Mezze maniche con le verdure

Vacanze terminate. Già, si torna a casa, con una montagna di valigie da svuotare e con un cartello attaccato sulla schiena che recita "Pacchia finita". E, intorno alle tredici, ti ricordi che devi preparare pure il pranzo visto che tua mammix oggi non te lo preparerà (ciò fa parte del pacchetto F.P., fine pacchia). Allora, apri il frigo e inizi a buttare le cose che son rimaste prima di partire. Qualcosa, però, si è salvata: qualche verdura e i capperi che, invincibili come sempre, resistono a tutte le tue trasferte...

Ingredienti
350 gr. di mezze maniche
1 peperone rosso
1 peperone giallo
1 carota
sedano
6 pomodorini
1 manciata di capperi
1/2 cipolla
olio, sale, parmigiano, basilico

Tritare la cipolla e farla soffriggere con un po' d'olio, aggiungere i capperi e i peperoni tagliati a listarelle e far cuocere a fiamma vivace per circa 5'. Aggiungere il sedano e la carota tagliati a julienne, poi i pomodori tagliati a pezzi piccoli. Terminare la cottura, scolare la pasta e farla saltare nel sugo aggiungendo un po' d'acqua di cottura. Infine, unire il parmigiano e il basilico fresco.

Lettura: Elisabeth Von Arnim, Lettere di una donna indipendente. Bollati Boringhieri



"Pertanto, mio signore, torniamo alle verdure. Sono l'argomento più sicuro per un rispettabile scambio di lettere."


















Altre ricette